FRANCHIGIE INVIATE IN ESPRESSO

FRANCHIGIE INVIATE IN ESPRESSO


Fin dai tempi degli Stati preunitari per alcune categorie di autorità e di enti vi era la
possibilità di inviare documenti mediante servizio postale godendo della “franchigia”.
La franchigia in buona sostanza era una esenzione dal pagamento delle tasse postali e
poteva essere illimitata o limitata.

La franchigia veniva accordata alla qualità ed all'ufficio e non alla persona.
In generale tutte le più alte cariche del Regno erano ammesse alla franchigia
illimitata, tra essi vi erano per esempio il Re e ciascun membro della famiglia reale, i
senatori e i deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, i Segretari e
altre cariche principali.
La franchigia limitata era invece quella ammessa per la corrispondenza di servizio
scambiata tra le diverse autorità dello Stato. In genere erano Uffici di enti statali
militari e comunali. Periodicamente venivano pubblicati gli elenchi di questi “uffici”
ammessi all'esenzione e questi elenchi venivano aggiornati, sia per la revoca che per
le nuove concessioni, mediante pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
Con la presa di Roma e una legge del 1871 la franchigia illimitata venne estesa anche
al Papa.

Per indicare che un documento era ammesso a viaggiare in franchigia la carica
istituzionale o l'Ufficio che spediva doveva apporre sulla corrispondenza un timbro di
forma ovale recante la dicitura “Regie Poste” e l'ente o autorità ammessa
all'esenzione. Si sarebbe anche potuto scrivere a mano da parte del mittente la sua
autorizzazione, firmando la dichiarazione, per fruire di questa agevolazione ma,
probabilmente per praticità, l'uso del timbro fu in pratica assoluto.

Negli anni tale esenzione venne concessa e revocata con il mutare delle esigenze di
bilancio dello Stato, esigenze di periodo storico, delle leggi e normative postali.
Per esempio nei periodi di guerra venne introdotta la franchigia concessa ai militari.
L'agevolazione era regolata da appositi regolamenti. In questa specifica condizione la
franchigia veniva esercitata mediante l'utilizzo di cartoline e biglietti postali
appositamente predisposti dallo Stato.
Per i militari l'inoltro di cartoline e/o biglietti in franchigia con l'aggiunta di servizi in
genere, raccomandata, espresso, posta aerea, faceva perdere di fatto l'agevolazione,
almeno fino a quando il legislatore modificò tale limitazione. Anche i prigionieri di
guerra e gli internati civili godevano di franchigia per l'inoltro di cartoline e biglietti
appositamente predisposti.

La spedizione in franchigia prevedeva di base l'esenzione dal costo per la posta
semplice. Però, per taluni uffici l'esenzione poteva prevedere anche il diritto per il
servizio della raccomandazione, dell'avviso di ricevimento e fin anche dell'assicurata.
Tra i servizi esclusi all'esenzione vi era la posta aerea, la posta pneumatica e appunto
il servizio espresso salvo alcuni specifici casi.

Il Re e le persone della Casa Reale ( poi in epoca repubblicana il Presidente della Repubblica e alcune alte cariche)  e il Papa, avevano diritto all'invio di corrispondenza in espresso senza corrispondere la tassa prevista così pure la corrispondenza d'ufficio del servizio postale, come unica eccezione tra gli uffici statali, godeva della consegna espresso in franchigia (anche quella diretta ad uffici
postali esteri).

Un caso particolare di franchigia in espresso.
Nei primi anni del 900, per accelerare le corrispondenze d'ufficio tra i vari enti statali ammessi alla
franchigia, molti ricorsero all'inoltro di telegrammi in franchigia, inoltro che
prevedeva una consegna immediata appunto come un telegramma.
Visto che tale uso presto si trasformò in abuso il legislatore introdusse i “Telegrammi
Espressi di Stato”. Moduli simili ai telegrammi ma che viaggiavano tramite i normali
canali postali.
Essi godevano di un trattamento di riguardo per far si che arrivassero a destinazione
nel minor tempo possibile, in genere entro la mattina del giorno dopo la riapertura
degli uffici. Viaggiavano in plichi separati, dovevano essere inoltrati con il primo
treno utile e in distribuzione avevano la precedenza sull'altra corrispondenza.
Sebbene si dovesse ricorrere a questo servizio solo per le corrispondenze d'ufficio
urgenti ben presto si arrivò al loro utilizzo sistematico.
A questo punto il “Telegramma Espresso di Stato” venne trasformato in un “Biglietto
Urgente di Servizio”. Di fatto, per l'inoltro, non sarebbe più stato trattato come un
espresso ma venne declassato come posta ordinaria.
Anche così viaggiava sempre in un plico separato e il legislatore ne “raccomandava”
la sua “pronta consegna” con precedenza ma per via ordinaria. Per questo taluni uffici
per avere comunque una consegna per espresso affrancavano il modulo per l'importo
previsto per il servizio accessorio dell'espresso.
Cercheremo ora di esemplificare quanto sopra scritto con alcuni esempi e alcune
casistiche di posta in franchigia spedita in espresso.








21/11/1921. Busta viaggiata chiusa con porto lettera in franchigia da Trento per
Kaltern, Caldaro (BZ). La corrispondenza fu spedita dall'ufficio dell'Avvocatura
Erariale di Trento e indirizzata al tribunale distrettuale di Caldaro. Timbro al retro di
arrivo di forgia austriaco.
Timbro ovale dell'ufficio ammesso a franchigia e affrancatura per il servizio espresso
assolto con un francobollo del valore di 50 cent in corretta tariffa valida dal 1/2/ 1921
al 1/1/1922.











1/7/1936. Busta inviata in franchigia con
integrazione del servizio espresso, dal
Provveditorato agli Studi di Roma al presidente
della Commissione di abilitazione tecnica agraria
del Regio Istituto Tecnico Agrario di Roma.
Timbro ovale come da regolamento. Al retro
targhetta di Agenzia Recapito a cui fu affidato
per la sua consegna.

La particolarità del documento risiede nel
timbro evidenziato nell'ingrandimento
riportato qui di fianco. Si tratta di un
timbro applicato per le consegne
fuori cinta per cui era previsto un
supplemento di consegna. L'istituto
agrario infatti si trovava oltre la cinta
daziaria, un riferimento perimetrale
dell'area urbana di antica memoria,
per cui era prevista la corresponsione
di un importo supplementare per il
maggior costo di consegna. A oggi è
l'unico documento a me noto




BIGLIETTI E TELEGRAMMI DI “SERVIZIO” E DI “STATO”





13/10/1911. Telegramma espresso di
servizio spedito da Roma a Caserta.

Nelle “Avvertenze” (vedi foto qui sotto
riprodotta) si legge che “Si chiamano
telegrammi espresso di servizio i
telegrammi spediti dai funzionari
postali e telegrafici autorizzati, che,
invece di essere trasmessi per
telegrafo, sono inoltrati per posta …. e
quivi giunti vengono subito recapitati per fattorino ai destinatari.”

Al secondo punto viene spiegato quando
 sia addirittura “obbligatorio” l'uso dei
telegrammi espresso di servizio.

Al quarto punto si specifica che “l'ufficio
postale della località di destinazione
provvede all'immediato recapito per
fattorino dei telegrammi espresso, dando
loro la precedenza sulle ordinarie
corrispondenze postali per espresso












14/2/1925. Biglietto Urgente di Servizio spedito da Bari a Terlizzi. L'Intendenza di
Finanza di Bari, vedi timbro ovale, scrive al Sindaco di Terlizzi. Timbro di transito
Bari Ferrovia e di arrivo a Terlizzi. L'ufficio della Intendenza di Finanza oltre che al
porto semplice aveva diritto anche all'inoltro di corrispondenza in raccomandata
come da etichetta del servizio. Quindi il Biglietto venne affrancato per il solo servizio
espresso nella corretta tariffa di 60 cent in vigore dal 1/1/1924 al 16/3/1925.











7/5/1924. Telegramma Espresso di Stato spedito dal Sindaco del Comune di Gaeta,
vedi timbro ovale, al Provveditore agli studi per la Campania, Napoli. Indicazione
manoscritta “Espresso” e etichetta mod. 24. Al retro timbro di transito e di
distribuzione, Napoli Ferrovia – Distribuzione Espressi. Il telegramma venne
affrancato per un totale di 1,10 lire pari al porto lettera, 50 cent, e porto espresso, 60
cent, tariffa in essere dal 1/1/1924 al 16/3/1925. Quindi il Comune non usufruì della
franchigia ne dell'inoltro con tariffa ridotta Sindaci. La comunicazioni contenuta non
rientrava nelle motivazioni per essere ammesso alla franchigia.




























25/3/1922. Telegramma
Espresso di Stato inoltrato da
Genova Ferrovia-Espressi con il
timbro ovale di franchigia
dell'Officina di Costruzione
d'Artiglieria di Genova, al
Ministero della Guerra a Roma.
Giunta a Roma il Telegramma
venne recapitato a destino
utilizzando come da normativa la
rete pneumatica come testimonia
il timbro Roma Ferrovia-Posta
Pneumatica.
Il telegramma avendo il porto lettera
 in franchigia venne affrancato per il 
servizio espresso con un francobollo da 
60 cent con sovrastampa per la corretta 
tariffa in essere dal 1/1/1922 al 1/1/1923.





LE FRANCHIGIE DEGLI UFFICI POSTALI






























15/9/1927. Avviso di giacenza di colore giallo (Mod.26) spedito in franchigia
(senza affrancatura) dal'Ufficio Postale di Thiene sezione Vaglia (VI), al Comune di
Caltrano (VI) e giunto per la distribuzione all'Ufficio Postale di Caltrano il 17/9/1927.
Il Modulo fu inoltrato da uno all'altro Ufficio Postale come espresso. A indicare il
ricorso a tale servizio l'ufficio mittente applicò la targhetta Mod.24 colpita da annullo
doppio ovale (in uso già nell'800). Il presente documento rappresenta uno dei rari
casi di uso in franchigia del servizio Espresso per le corrispondenze ufficiali
riguardanti il servizio delle poste, dei telegrafi o dei telefoni.
A conferma di ciò ricordiamo l'articolo n. 266 del regolamento sulle “Istruzioni per il
servizio delle corrispondenze postali” del 1908 che specificava quali fossero le
corrispondenze ammesse a circolare in espresso in franchigia.


















2/6/1930. Busta di servizio modello 94 B contenente corrispondenza “interna”.
Spedita da Castelmezzano al Direttore delle Poste e Telegrafi di Potenza.
Timbro di ricevimento al retro Potenza Movimento Raccomandate.
La busta fu inoltrata con l'indicazione di “Assicurata espresso per lire cento” come
scritto a penna nella parte superiore della busta. L'indicazione di espresso venne
anche scritta sempre a penna nella parte alta a destra. La corrispondenza di servizio
interna alle poste poteva essere inoltrata in franchigia sia per il servizio di Assicurata
che per quello di Espresso. Si nota una ombreggiatura nella parte centrale sinistra
indicazione della presenza di una targhetta probabilmente di Assicurata.














19/2/1937. Biglietto postale modello A A bis predisposto con modello a stampa di
convocazione per verifica di libretti delle Casse di Risparmio Postali. Il biglietto al
suo interno presenta il timbro a data dei verificatori di Macerata con data 19/2/1937.
La richiesta di presentazione “in giornata” sottolinea l'urgenza della comunicazione.
Nonostante ciò il biglietto risulta spedito in data 22 febbraio con timbro Direzione
Provinciale Poste e Telegrafi Macerata. Sul fronte del documento è presente la
dicitura “Espresso di Servizio” con indicato il numero di registrazione in questo caso
riportato a penna . Un raro caso di inoltro via espresso in franchigia per
comunicazioni urgenti di servizio degli uffici postali.














9/11/1952. Cartolina dell'Amministrazione delle Poste e dei Telegrafi di
convocazione spedita con porto in franchigia da Trieste per Trieste.
La cartolina presenta al retro il bollo ovale della “Sovrintendenza Poste e Telegrafi –
Trieste” e sul fronte il timbro “Trieste – Direzione Prov. Poste e Telegr.”. La cartolina
venne spedita con il servizio accessorio dell'espresso come indicato dalla targhetta
azzurro/grigio Mod.24 con la scritta “Espresso”, dal numero di registrazione “341” e
dal timbro al retro “Trieste – Recapito Telegrammi Espressi”. Un raro caso di inoltro
via espresso in franchigia per comunicazioni urgenti di servizio degli uffici postali.
Piccola curiosità. La cartolina stampata a Roma in data 9/1/1950 presenta il simbolo
della repubblica italiana oscurato da un timbro a righe oblique.











18/8/1952. Busta modello 94/A spedita con porto in franchigia da Trieste per Trieste
dal “Ufficio Corrispondenze e Pacchi Trieste C Segreteria” come da timbro lineare
sul retro con aggiunta a penna e come deducibile dal timbro apposto sul fronte
“Trieste Corrisp. E Pacchi - Segreteria” . La busta, in uso per comunicazioni tra uffici
postali, venne inoltrata al Messaggere (abbreviazione Mess) Tosetto Filiberto, molto
probabilmente per comunicazioni di servizio. L'inoltro venne eseguito con l'aggiunta
del servizio accessorio dell'espresso come da targhetta grigio/azzurro Mod. 24. E
presente inoltre il numero di registrazione apposto a penna “288” e al retro troviamo
il timbro di distribuzione “Trieste Recapito Telegrammi Espressi”.
Il nostro Messaggere non venne trovato alla sua abitazione nonostante il postino
avesse suonato più volte ( annotazione manoscritta a penna dal postino).






LE FRANCHIGIE MILITARI







20/2/1934. Busta spedita dalla Direzione Territoriale Commissariato Militare Verona
con porto in franchigia ad una ditta privata di Mantova, “Fratelli Negrini”
presumibilmente una ditta fornitrice. Presente il timbro ovale dell'ufficio mittente a
giustificare il ricorso alla franchigia. La corrispondenza inviata probabilmente aveva
carattere di urgenza per questo venne integrata con francobollo per l'inoltro in
espresso indicandone la richiesta con timbro di gomma in colore blu “Espresso”. Al
retro timbro di transito “Mantova Corrispondenza e Pacchi” e “Mantova Telegrafo”
di distribuzione, al fronte timbro del numero “11” a conferma della consegna in
espresso.
Le corrispondenze ammesse alla franchigia erano quelle scambiate tra loro da uffici
dello stato nell'espletamento delle loro funzioni e nel rispetto dei limiti permessi, art.
362 del Regolamento sulle “Istruzioni per il servizio delle corrispondenze postali”.
Pertanto la quasi totalità delle franchigie sono indirizzate ad uffici o titolari di uffici
pubblici.
Nel nostro caso l'invio ad un privato rappresenta uno dei rari casi in cui erano
ammesse corrispondenze in franchigia come previsto al capo IV, “delle esenzioni
speciali”, del Regolamento sulle “Istruzioni per il servizio delle corrispondenze
postali”.Purtroppo ad oggi non ci è dato sapere in quale settore operasse la “Ditta
Fratelli Negrini” di Mantova.














26/7/1940. In un Italia appena entrata nel conflitto mondiale dalla Direzione Armi ed
Armamenti Navali del Regio Arsenale Marina Militare di Taranto, come da timbro
ovale, venne spedita una busta a tale Paganini e Villani a Milano affrancandola per il
servizio espresso con applicazione dell'apposito francobollo annullato dal ”Ufficio
Telegrafico Taranto - Arsenale. Sul fronte venne apposto il timbro in cartella
“Affrancatura a carico destinatario art. 59(?) regolamento postale” oltre al timbro
tondo “TS”. Al retro, infatti, troviamo la tassazione applicata dall'ufficio di
destinazione di Milano che ha provveduto ad riscuotere la tassa semplice per il porto
lettera pari a 50 cent. Correttamente, non sussistendo i presupposti per essere
ammessa all'esenzione totale in quanto indirizzata a “privati”, alla busta fu “accordata
una speciale riduzione” come previsto dall'articolo 340 ( Disposizioni Generali ) del
Regolamento sulle “Istruzioni per il servizio delle corrispondenze postali” del 1908.














19/5/1943. Cartolina in franchigia distribuita ai militari impegnati in periodo di
guerra in un numero settimanale prestabilito. Per essere ammesse all'esenzione la
cartolina doveva essere inoltrata (timbrata) mediante ufficio di Posta Militare. Nel
caso fosse stata avviata via posta civile sulla cartolina avrebbe dovuto essere
applicato il timbro del reparto di appartenenza. Le cartoline in franchigia
mantenevano l'esenzione al porto semplice anche se inviate con servizi aggiuntivi
quali posta aerea, raccomandata ed ovviamente l'espresso.
Sicuramente verso l'uso anche irregolare di queste corrispondenze vi fu molta
indulgenza da parte del sistema postale. Prova ne è la cartolina in franchigia spedita
da un militare appartenente alla PM 114 ( sezione panettieri) inviata dall'ufficio
postale civile di Castrovillari (CS) il 19/5/1943 per Gardone Riviera ( BS) integrata
con un francobollo Espresso e giunto a destino il 22/5/1943 come da timbro al retro.
Nonostante lo stato di guerra il servizio postale italiano ancora funzionava
egregiamente riuscendo a consegnare una cartolina in espresso in 3 giorni
percorrendo 800 km.












24/12/1942. Cartolina in franchigia spedita da Tripoli per Nicosia (Enna), transitata a
Catania il 28/12/1943 e giunta a destino il 30 come da timbri sul fronte. La cartolina
fu inoltrata con espresso e visto l'utilizzo di un francobollo ordinario, serie per le
colonie italiane Libia, venne applicata una etichetta per espressi color rosso di solito
usata per gli invii all'estero. A spedire la cartolina fu un civile appartenente al “Genio
Civile” questo ci indica che non solo ai militari era riservata la franchigia ma anche a
chi operava in ambito militare pur non appartenendovi. Timbro tondo della censura di
Catania










22/5/1943. Cartolina in franchigia spedita da Trapani a Cesena, timbro di transito a
Forlì del 2/6/1943. Integrata con francobollo Espresso annullato con timbro tondo
dell”Ufficio Periferico Censura” privo di datario. Applicato quale timbro del reparto
l'ovale di franchigia “Regie Poste 2^ Squadriglia Motosiluranti”. Aggiunto un
erinnofilo per la campagna antitubercolare. Il mittente anche se ufficiale aveva diritto,
per la posta inviata, all'utilizzo di cartoline e biglietti in franchigia mentre non erano
ammessi alle riduzioni di tariffa, previste per i soli militari di truppa, per la posta in
ricevuta







19/2/1918 Il Capitano medico Gilberto Rossi, dalla sua prigionia, scriveva questa cartolina a casa. Le cartoline dei prigionieri viaggiavano in franchigia. Giunta a Città di Castello, il 25 marzo,  venne reindirizzata per Firenze e probabilmente per accelerarne l'arrivo venne aggiunto il servizio espresso. 










19/5/1943. Cartolina della Croce Rossa Italiana per la “posta per prigionieri di
guerra”. Come scritto a stampa sulla stessa godeva di franchigia per il porto cartolina.
Alla sua partenza venne comunque apposto il timbro ovale “Regie Poste Croce Rossa
Italiana Bari”. La cartolina venne affrancata con un francobollo per Espresso dal
mittente premuroso di avvisare i familiari di un suo prossimo rientro. La cartolina fu
inoltrata mediante il canale della Croce Rossa per tanto non venne annullato in
partenza. Il timbro ovale colpisce il francobollo solo sulla dentellatura. Al suo arrivoa Bologna venne messo in distribuzione via posta civile. Qui venne annullato il
francobollo in data 19/5/1943 e al retro abbiamo l'annullo della “Distribuzione
Espressi”.





LUOGOTENENZA










17/1/1945. Busta dell'Istituto Centrale di Statistica spedita da “Roma Terme” e
indirizzata al Sindaco di Trevignano Romano (Roma). La busta venne inoltrata con
porto lettera in franchigia come giustificato dal bollo ovale “Regie Poste Istituto
Centrale di Statistica del Regno d'Italia”. La missiva sicuramente richiedeva un
inoltro urgente come esplicato dal timbro in cartella che recitava “Precedenza
Assoluta – esenzione tariffe postali” . Venne pertanto aggiunto il servizio accessorio
dell'espresso apponendo il timbro lineare “espresso” e l'affrancatura prevista di 2,5
lire ( breve periodo tariffario). Non si riscontrano segni di consegna, timbri o numeri
di registrazione, che per quanto strano nei piccoli comuni poteva accadere.
Presente il timbro di censura ACS e piccola particolarità oltre la correzione da
Podestà a Sindaco è da notare la censura del fregio del periodo fascista con quello
luogotenenziale (timbro a rombi e del nuovo fregio)












8/1/1946. Busta spedita da Bologna a Roma in franchigia affrancata per il servizio
espresso. La busta venne spedita dal “Deposito 6° Reggimento Bersaglieri – Ufficio
Maggiorità” che probabilmente era sprovvisto del timbro ovale che confermava il
diritto all'esenzione. All'arrivo, timbro “Roma AD – Reparto Espressi 10/1/1946”, la
busta venne messa in consegna tramite un Agenzia Recapito come da talloncino al
retro e consegnata al destinatario, “Ministero Guerra”, in data 10/1/1946 come da
timbro interno sul fronte. La corrispondenza quasi certamente era per tipologia
ammessa a godere dell'esenzione prevista dalla normativa, ma la mancata
applicazione del timbro ovale dell'ufficio mittente avrebbe dovuto indurre l'ufficio
postale di partenza a:
1. non accettarla se presentata a mano
2. restituirla al mittente se trovata in cassetta
3. avere corso con tassa
come da articoli 346-347-348 del Regolamento sulle “Istruzioni per il servizio delle
corrispondenze postali” del 1908. Finita la guerra e ancora in pieno momento di
emergenza molte irregolarità vennero tollerate







11/5/1946. Busta spedita dalla Sezione Alimentazione di Treviso, Ministero dell'agricoltura e delle Foreste, al Sindaco di Trevignano (TV) in franchigia per il porto lettera ed integrata per il servizio accessorio di espresso con un francobollo dedicato per il corretto importo di 10 lire. 


Piccola nota. 
La busta al suo arrivo nelle mie mani, con mio stupore non essendo specificato nella vendita,  si presentò aperta su tre lati. Per molti collezionisti questi dettagli sono ritenuti importanti al fine se inserire la busta nella propria collezione. Ammetto di essere per un momento rimasto in dubbio anche io. Ma rigiratala tra le mani ecco cosa ho scoperto   



La guerra era finita da poco e vista la penuria di tutto anche l'interno di una busta poteva essere riciclato



REPUBBLICA








28/4/1948. Busta inviata da Palermo a Roma con porto lettera in franchigia. L'ente
scrivente, Comando Militare Territoriale di Palermo, appose correttamente il timbro
ovale (con dicitura Repubblica Italiana) che dava diritto all'esenzione. Inoltre
affrancò la busta per l'importo corretto di 25 lire per il servizio accessorio
dell'espresso. Breve periodo tariffario.
Il compilatore provvedette ad indicare l'inoltro in espresso scrivendolo a penna e la
busta venne affrancata con il francobollo specifico Espresso da 15 lire integrato con
altri francobolli ordinari. Timbri di transito (29/4/1948) al retro e targhetta di Agenzia
Recapito. Sul fronte timbro interno di ricezione del Ministero della Difesa Esercito,
Ufficio Spedizioni.












10/2/1951. Busta in franchigia espressa spedita da Lucca a La Spezia. L'ufficio
mittente, Associazione Mutilati Invalidi di Guerra – Sezione Viareggio, applicò
regolarmente il timbro ovale con simbolo repubblicano delle Poste Italiane. La
franchigia venne affrancata, in corretta tariffa per 40 lire, con francobolli ordinari e
per questo venne applicata la targhetta Mod. 24 Espresso per estero probabilmente
per indisponibilità di quella per interno. Al retro timbro di transito e di consegna in
data 11/2/1951. Da notare che sebbene l'ufficio mittente avesse sede a Viareggio la
busta venne presentata presso un ufficio postale di Lucca. Meno frequente il mancato
uso di francobollo per espresso.













31/10/1953. Biglietto in franchigia espresso spedito dal Distretto Militare di Treviglio
(BG) al Comune di Manerbio (BS). Timbro ovale come prescritto dalla normativa
dell'ufficio mittente. Timbri di transito e di arrivo. Il biglietto venne affrancato per la
corretta tariffa di espresso con un francobollo dedicato di 50 lire. Una particolarità
dell'oggetto postale è che si tratta di un biglietto prestampato, come si evince dalle
scritte per la chiusura riportate ai margini superiore e inferiore, che ricorda i biglietti
urgenti di servizio del periodo Regno.















30/8/1954. Busta raccomandata in franchigia “parziale”. Correttamente applicato il
timbro ovale della “Scuola Media Statale B.M. De Rubeis – Cividale del Friuli” la
busta venne inoltra da Cividale del Friuli per Catania ed destinata ad una
professoressa. Tale corrispondenza non era ammessa all'invio in esenzione totale di
tassa, per questo l'ufficio in partenza applicò il timbro tondo di Tassa Semplice TS ad
indicare che al destinatario sarebbe stata applicato il solo costo del porto lettera
raccomandata senza sovrattassa. La busta venne affrancata anche per il servizio
espresso mediante applicazione di un francobollo dedicato di 50 lire corrispondente
alla corretta tariffa. Al retro presenti timbri di transito e di consegna, Paternò – Centro
1/9/1954, ma non presenta segni di tassazione probabilmente riscossa senza
applicazione di segnatasse sulla busta.
Documento inusuale per il tempo.













17/3/1952. Raccomandata in franchigia con aggiunto il servizio di recapito espresso,
spedita da Varese, Ispettorato Provinciale del Lavoro di Varese, a Firenze per l'ufficio
delle Ferrovie dello Stato Servizi Materiale e Trazione. Corretta applicazione del
timbro ovale dell'ufficio mittente che godeva anche di diritto all'inoltro di
corrispondenza in raccomandata in franchigia, come anche rilevabile con l'uso
dell'apposita targhetta di colore rosa riservata per le corrispondenze d'ufficio. Ad
assolvere alla corretta tariffa dell'espresso si applicarono 2 francobolli ordinari da 25
lire, specificando il ricorso al servizio mediante targhetta Mod. 24 per interno di
colore grigio-azzurro. Al retro timbri di transito e consegna, “Firenze Espressi
Recapito 18/3/1952”.
Nel periodo Repubblica gli uffici ammessi alla raccomandata in franchigia
diminuirono notevolmente rispetto il Regno, pertanto il documento è da ritenersi di
difficile reperibilità.





10/3/1954. Busta inoltrata dal Comando Nucleo P.T.I.  della Guardia di Finanza di Lecce per il Comando della Legione di Bari. La busta fu spedita in franchigia per il porto lettera e per il servizio di raccomandazione mentre fu affrancata per il servizio dell'espresso. Timbro di arrivo e transito al retro.
Inusuale l'uso di francobolli commemorativi su questa tipologia di corrispondenza. 












18/2/1959. Busta spedita dall'ufficio della “Direzione Generale del Debito Pubblico”
all'ufficio Provinciale del Tesoro di Napoli. Applicato correttamente il bollo ovale
dell'ufficio mittente. La busta venne inoltra in esenzione di tassa sia per il porto
lettera che per il servizio raccomandata mentre venne assolta la tassa per il servizio
espresso con l'applicazione di un francobollo dedicato da 75 lire nella corretta tariffa
del periodo. Correttamente applicata la targhetta per raccomandata di colore rosa.
Timbro di arrivo al retro Napoli Espressi 19/12/1959.
Nel periodo Repubblica gli uffici ammessi alla raccomandata in franchigia
diminuirono notevolmente rispetto il Regno, pertanto il documento è da ritenersi di
difficile reperibilità.





LE CARTOLINE (NON MILITARI) IN FRANCHIGIA








8/8/1922. Cartolina privata in franchigia spedita dal Segretariato Trentino di
Emigrazione di Rovereto, come da previsto tondo ovale in colore blu a giustificare
l'inoltro in franchigia. Destinatario Municipio di Grigno, timbro di forgia austriaca
del 9/8/1922 di arrivo. Timbro di transito Trento Ferrovia – Espressi. La cartolina,
infatti, fu spedita con l'aggiunta del servizio Espresso provvedendo ad assolvere alla
tassa prevista affrancando con un francobollo “Espresso” sovrastampato 60 centesimi
nel periodo tariffario dal 1/1/1922 al 1/1/1923.
Sovrastampa leggermente evanescente.













11/12/1956. Cartolina spedita da Padova per Aquileia (UD) in franchigia con servizio
espresso. La cartolina godette dell'esenzione del porto semplice perché inoltrata
dall'ufficio della “Soprintendenza alle Antichità delle Venezie Padova”, con il
previsto timbro ovale, al “Assistente del Museo Archeologico Aquilea.
Correttamente applicata la norma già prevista dall'articolo n. 362 del Regolamento
sulle “Istruzioni per il servizio delle corrispondenze postali” del 1908 , per cui per
essere ammesso all'esenzione la corrispondenza doveva essere indirizzata
impersonalmente e non a indirizzi nominativi.
Corretta tariffa di 50 lire per il servizio espresso assolta con un francobollo dedicato;
timbro di distribuzione al retro con data poco leggibile.
L'oggetto documentato in quanto cartolina è da ritenersi raro, soprattutto in periodo
Repubblica.






UNA “FALSA” FRANCHIGIA






13/12/1968. Cartolina spedita, con aggiunto il servizio espresso, da Taurianova (RC)
a Bologna e giunta il 15/12/1968 come da timbro al retro Bologna Recapito Espressi.
La cartolina è la parte Risposta allegata ad una cartolina “Domanda” con cui il
mittente sollecitava appunto una risposta da parte del destinatario. Questo tipo di
corrispondenze, cartoline, buste, biglietti, prevedevano che la risposta allegata non
fosse affrancata dal destinatario (vedi tassello prestampato sulla risposta, figura 2),
ovviamente, ciò aveva come fine “l'agevolare ed invogliare” al suo utilizzo.




Figura 2

Tale servizio era subordinato all'apertura da parte del mittente di un “conto di credito
speciale” su cui versare una somma adeguata a coprire le tassazioni preventivate. In
un primo momento la normativa prevedeva l'applicazione di segnatasse sul singolo
documento postale. Successivamente si applicavano i segnatasse (talvolta francobolli
in emergenza), sul modulo “Mod 32” alla fine di ogni mese.
In periodo Repubblica sui cartoncini e buste “Risposta” fu prevista la stampa di righe
(di solito nere) sul bordo, probabilmente per permettere un loro pronto
riconoscimento da parte degli addetti postali.





Tornando alla nostra cartolina osserviamo che al retro presenta anche il timbro di
arrivo a Taurianova, 10/12/1968. Lo stabilimento tipografico, mittente, voleva
proporre la vendita al comune di Taurianova di manifesti di augurio per il Natale e
Capodanno a venire.
Visti i tempi stretti per ordinare e ricevere la cartellonistica il comune spedì la
“Risposta” affrancando per il solo servizio espresso, per la corretta tariffa di 150 lire.
Ecco così che un oggetto in sé insignificante e poco attenzionato, possa diventare
interessante come già le buste “Risposta” rispedite in espresso, che non sono oggetti
particolarmente comuni, ma le cartoline credo le siano ancor meno.






FRANCHIGIA CASA REALE








28/5/1928. Busta spedita da Roma per Milano. Il mittente è la Dama d'Onore della
Regina. Per godere della franchigia venne apposto il previsto timbro Ovale “Dama e
Cavaliere d'Onore di S.M. La Regina”. Inoltre venne applicato il timbro in cartella
Carteggio Reale ( Poco leggibile). Ad indicare che la missiva prevedeva l'inoltro con
il servizio aggiuntivo dell'espresso venne applicata la targhetta grigio-azzurro mod
24 “Espresso”. Al retro sono presenti il timbro di “Roma ferrovia - Espressi transito”
e il timbro dell'ambulante Roma Milano.
Da notare in particolare che la busta venne spedita presso l'ufficio postale Roma
Quirinale.
Busta completa di testo












2/5/1942. Busta inoltrata da Roma per Milano. Viaggiò in franchigia sia del porto
lettera che del porto per il servizio accessorio dell'espresso. Infatti il mittente come da
bollo ovale era “Dama e Gentil Uomo di Corte di Servizio di S.A.R. La Principessa
di Piemonte”. Presente anche il timbro in cartella indicante “Carteggio Reale”.
Oltre alla etichetta mod. 24 “Espresso” il mittente o l'addetto postale si premurò di
apporre un timbro lineare “espresso” e a penna venne manoscritto “Espresso-
Urgentissimo”. La busta parrebbe essere stata consegnata in espresso visto il numero
di registrazione “967” apposto sul fronte. Al retro timbro di transito “Roma Ferrovia
Espressi Transito”
Da notare il timbro in partenza “Roma – Real Casa” al posto del timbro “Roma
Quirinale”




FRANCHIGIA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA 





19/1/1953. Busta spedita dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica da Roma Quirinale a Bologna totalmente in franchigia di porto lettera e sia di servizio accessorio della raccomandata che di quello dell'espresso. Timbro di arrivo al retro. 


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